Storia della Palude
La Palude di Torre Flavia costituisce una archeologia del paesaggio da salvaguardare.
Le sue origini risalgono all’Olocene o Neozoico, l’ultimo periodo dell’Era Quaternaria che ha avuto inizio convenzionalmente circa 11.700 anni fa. Il susseguirsi di molteplici cambiamenti climatici dovuti a cinque grandi periodi glaciali e altrettanti periodi interglaciali, hanno portato ad un continuo abbassamento e innalzamento del livello del mare.
La morfologia dell’area è di tipo pianeggiante, condizionata dall’azione del vulcanismo pleistocenico e dalle attività del fiume Tevere; caratteristiche della Palude sono una serie di piccole depressioni al di sopra del livello del mare che si allagano periodicamente.
L’esistenza della Palude è dovuta non soltanto al ristagno delle acque superficiali, ma anche alla presenza di una falda in pressione a circa 2,20 metri di profondità nelle sabbie sottostanti alle argille palustri a loro volta sottostanti ad un sottile strato di suolo; il ristagno è causato dallo sbarramento del deflusso dell’acqua verso il mare da parte dei terreni dunali. Soltanto durante i periodi invernali di maggiore piovosità la falda idrica supera il livello del mare.
La presenza della falda idrica è confermata dall’esistenza di pozzi diffusi nell’entroterra attualmente quasi del tutto inutilizzati.
Negli ultimi anni sono avvenuti variazioni negative del litorale con un arretramento dell'arenile dovuto dalla diminuizione di apporto sedimentario da parte del fiume Tevere a causa dei prelievi effettuati lungo il suo alveo. Ne è testimonianza proprio il monumento di Torre Flavia, il quale si trovava a circa 80 m verso l'entroterra quando fu edificata; negli anni '30 e '40 dello scorso secolo la Torre si trovava in corrispondenza della battigia.
A seguire le formazioni geologiche riportate dalla Carta Geologica d’Italia, a partire dalle più recenti:
• Dune litoranee recenti e dune dell’area deltizia tiberina (olocene);
• Alluvioni recenti, limi, terre nere palustri, depositi eluviali e suoli prevalentemente sabbiosi con materiale piroclastico rimaneggiato;
• Depositi litorali, eolici, eluviali e da ruscellamento riferibili al Pleistocene superiore costituiti da ciottolame poligenico e puddinghe con prodotti rimaneggiati dal vulcanismo sabatino;
• Arenarie calcaree e calcari organogeni, livelli e lenti argillose e argillosabbiose, Pliocene superiore;
• Arenarie calcaree gialle o grigie, alternate con livelli di calcaree marnoso e di argilloscisti del Luteziano-Turoniano (Paleocene).